TESTIMONI: AURORA VEGLIA

 


La farmacia Vitiello a Sant'Antonio


Ci mette in contatto Kika Bohr, artista, invitata a Ponza per la prima edizione de Lo Stracquo. Kika si rammarica per non poter partecipare alla fase operativa -la raccolta dei materiali e la realizzazione in loco- ma Zen, il suo collie, è in fin di vita. Il pensiero di Kika va a Spartaco Veglia, suo mentore, che spesso le parlava dell'isola in cui aveva trascorso l'nfanzia insieme al padre confinato. Spartaco è morto da anni, sua sorella Aurora vive a Milano; Kika insiste perchè io  le telefoni.


Optimist- Kika Bohr (Lo Stracquo)


Spartaco, Aurora: i figli dei confinati hanno nomi speciali.
Spartaco è il nome del gladiatore tracio che, esasperato per le condizioni sua e dei compagni, organizza una rivolta: scappa dall'anfiteatro con altri colleghi e, alle pendici del Vesuvio, si scontra con un drappello di soldati romani. C'è enorme disparità di forze e di equipaggiamento tra i due schieramenti, ma i gladiatori hanno la meglio. Spartaco procede di vittoria in vittoria sino alla sconfitta e alla morte, nel 71 aC, alla sorgente del Sele. Spartaco è l'organizzatore della rivolta degli schiavi, è l'eroe che sconfigge il nemico potente perchè alle armi oppone ideali libertari; Michele Veglia dà questo nome al suo secondogenito, che nasce a Milano nel 1934 e trascorre i primi mesi di vita a San Vittore, insieme alla madre Vincenza e alla sorellina Nina. Vincenza è in carcere, Michele è al confino; dopo qualche tempo, la famiglia si riunisce a Ponza.

Spartaco Veglia

Compongo il numero che Kika mi ha dato.
Aurora Veglia è molto disponibile; mentre parliamo, chiede spesso aiuto a un cugino che è passato a farle visita, figlio di un fratello di Michele, a sua volta confinato a Ponza.
- Però la avverto, io non ricordo quasi nulla degli anni trascorsi a Ponza- avverte.
- Va bene, tutti i figli dei confinati dicono di non sapere nulla, di non ricordare, invece... Lei, Aurora, quando è nata?-
- Sono nata a Ponza il 21 giugno del 1935; siamo partiti da Ponza quando io avevo due anni.
-Dove abitavate?
-Avevamo una casa in affitto, di fronte c'era una spiaggia, di lato una farmacia.
-Certo, la storica farmacia Vitiello. Perchè suo padre Michele si trovava al confino?
- Mio padre e suo fratello Raimondo venivano dalle Murge; appartenevano all'area anarco-sindacale del movimento operaio; erano amici fraterni di Giuseppe Di Vittorio, a sua volta confinato a Ventotene. Di Vittorio e i fratelli Veglia avevano organizzato le lotte sindacali dei braccianti e fondato le prime Camere del Lavoro in Puglia.


Michele Veglia

L'antifascismo dei braccianti non nasceva da considerazioni ideologiche ma dalla constatazione che le condizioni salariali e lavorative erano nettamente peggiorate con l'avvento della dittatura; al tema lo storico Ugo Mancini ha dedicato un saggio  nel quale documenta come la politica fascista favorisse i possidenti agrari e danneggiasse i lavoratori.


- Aurora, com'erano le vostre giornate a Ponza?
- Mio padre si occupava della mensa che si trovava dalle parti della Torre e allevava conigli.

Giorgio Amendola scrive che i confinati pugliesi avevano organizzato una propria mensa con la motivazione ufficiale di preferire una cucina più leggera rispetto a quella degli emiliani e dei lombardi; in realtà cercavano di fare economia per poter mandare parte della mazzetta alle famiglie, rimaste prive di sostentamento.

-Aurora, com'erano i rapporti tra confinati e isolani?
- Splendidi. I confinati avvertivano la stima e la solidarietà della gente del posto. L'ho avvertita io stessa allorchè sono tornata a Ponza, in vacanza, una sessantina d'anni fa. Chiedemmo una camera alla locanda Gennarino ma erano tutte occupate. Raccontai al proprietario la mia storia, gli spiegai chi era mio padre, gli indicai i miei luoghi; Gennarino scoppiò a piangere e ci mise a disposizione la sua casa.

(Testimonianza raccolta nel 2014)

Kika Bohr e Lo Stracquo

Ponzaracconta



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