Historia di Araucariae

 E’ il 1935.

I coniugi Coppa fanno ritorno a Ponza dopo alcuni anni trascorsi a Gaeta, dove Gennaro ha esercitato la professione di dentista. La signora Maria non vuole rinunciare alle sue tre belle piante di Araucaria Excelsa sistemate in vasi e dispone che siano trasportate insieme al mobilio.
Casa Coppa, situata alla sommità di via Roma, dispone di un ampio giardino ma la signora Maria colloca una delle tre piante nell’atrio, in una vasca in pietra, e dona le altre due alle cugine Gilda e Antonietta Califano che le sistemano sui terrazzi delle loro case, all’inizio di corso Umberto.
L’Araucaria Excelsa è originaria del Cile; riuscirà a sopravvivere a Ponza?


Casa Coppa (dal Piano del Colore di Ponza di Marcella Morlacchi)


Le tre piante crescono rigogliose, anche troppo; oramai sono divenute alberi, non possono stare nè in terrazzo nè in un atrio. L’albero di Antonietta finisce a Chiaia di Luna, nel terreno antistante la casa del figlio Aristide Baglio, ove resta sino a pochi decenni orsono.
Gilda Califano e Maria D’Atri Coppa donano le loro piante in vaso alla chiesa.




Nel 1941 il parroco Dies, giunto a Ponza nel ‘39, dà avvio ai lavori di ampliamento della chiesa; l’edificio risalente alla seconda metà del Settecento, col suo bel pronao neoclassico, è oramai insufficiente ad accogliere la comunità dei fedeli. Il parroco riesce ad ottenere progetto e permessi in poco tempo; si avviano i lavori, il capomastro Ciccillo Perrotta “Ciccillone” comincia lo scavo per gettare le fondamenta. Il terreno si presenta incoerente, limaccioso, bisogna scavare e scavare ancora; giunto alla profondità di nove metri, Ciccillone chiama sconsolato il parroco, insieme considerano la situazione, scuotono la testa. Infine Dies entra in chiesa, va alla statua di San Silverio, prende il bastone, lo porta all’esterno, “Pensaci Tu”, implora.  Il bastone viene calato nello scavo, finalmente affiora uno strato di roccia.
I lavori proseguono nell’entusiasmo generale; tutta la comunità parrocchiale è coinvolta, le barche prelevano pietre al Bagno Vecchio e le portano al molo, donne e chierichetti le prendono in consegna e le depositano sul piazzale della chiesa, i bambini insistono per partecipare all’impresa. Sono anni duri, di guerra e di fame; la gente trasporta pietre e canta:

Chi nun vo’ vede miseria

Porta i’ pprete a San Silverio



Maria D’Atri Coppa e Gilda Califano partecipano all’euforia collettiva chiedendo ai servi di casa di trasportare i due vasi di Araucaria sul piazzale della chiesa; le due piante andranno a sostituire il modesto albero da frutta del cortiletto tra la chiesa e palazzo Gambardella.
Sembra che le due Araucarie abbiano gradito la sistemazione: sono cresciute, hanno prodotto semi, hanno generato figli belli e forti che vivono nel Giardino Botanico, sono state immortalate innumerevoli volte, giacchè non sarebbe stato possibile inquadrare la chiesa e la collina retrostante senza riprenderle.


l'Araucaria del Giardino Botanico


Oggi l’Araucaria maschio è stato abbattuto perchè radici e tronco minacciavano le costruzioni limitrofe e persino la cupola della chiesa; la femmina sopravvive ma, privata del compagno di vita, sembra uno spelacchio qualsiasi. Il tronco segato con i suoi cento anelli dice che l’Araucaria era alla vigilia del centesimo compleanno. 


tavole acquerellate di Marcella Morlacchi (dal Piano del Colore di Ponza)


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