Dallo svantaggio al diploma




 

Ripropongo la domanda: “Il trasferimento dei ragazzi di Ponza e di Ventotene a Procida fu una semplice operazione di salvataggio dell'Istituto Professionale? Come valutare l’esperienza sotto il profilo scolastico?”

I primi studenti ponzesi e ventotenesi si iscrivono all’Istituto Professionale di Procida nell’anno scolastico 1965/66; si diplomano nell’anno scolastico 1969/70. I dati nazionali di riferimento forniti dall’Istat sono:


tasso di scolarità

anno scolastico 1965-66

anno scolastico 1969/70

anno scolastico 2013/14

fascia d’età 6-10 anni

109

105

99

fascia d’età 11-13 anni

76

85

102

fascia d’età 14-18 anni

31

41

93


Se nell’anno scolastico 1965/66 gli alunni della prima fascia d’età fossero 100, i frequentanti le elementari sarebbero 109; i 9 alunni in più si spiegano con le ripetenze (all’epoca cospicue), gli anticipi e le immigrazioni (all’epoca irrilevanti). Nella seconda fascia, pur tenendo conto dei nove alunni che stanno ancora alle elementari, i conti non tornano, e siamo ancora nell’età dell’obbligo scolastico, all’epoca fissata a 14 anni. La terza fascia d’età è quella che ci interessa; ben 69 alunni su 100 non accedono alla scuola superiore. In qualche raro caso perchè non trovano posto: Giovanni Sportiello di Ventotene, comandante Saremar, dice: “Io nel 1972 ero destinato al Nautico di Gaeta ma arrivai tardi, i posti erano terminati. Trovai posto prima al Professionale di Procida, poi al Nautico. Un grande grazie ai Procidani.” Anche Enzo Gargano partì alla volta di Foggia per frequentare un istituto per elettrotecnici ma i posti erano esauriti e dovette tornare al paesello natìo senza neanche disfare la valigia; subito dopo approdò a Procida.




I protagonisti della vicenda che stiamo narrando rientrano nel 69% dei giovani che non accedono alla scuola superiore.
Sono svantaggiati perché tra loro e le scuole che vorrebbero frequentare c’è la stessa distanza che tra il dire e il fare.

Sono svantaggiati dal punto di vista geografico, perché nati su isole prive di scuole superiori e abbastanza distanti dalla terraferma da non consentire il pendolarismo giornaliero.
Sono svantaggiati dal punto di vista economico, nel senso che non possono permettersi il mantenimento in collegio per tutta le durata del corso di studi.

Sono svantaggiati dal punto di vista culturale perché la scuola e il territorio sono poveri di attività formative. “Nelle famiglie si parlava il dialetto; a scuola incontravamo difficoltà in italiano, con le altre materie non avevamo problemi” ricorda Antonio Vitiello. 

Eppure, questi svantaggiati si diplomano, in barba ai dati nazionali secondo i quali Il tasso di conseguimento del titolo di studio nei tecnici fu del 38% nell’anno scolastico 1969/70!

Augusto Iodice, appartenente al gruppo dei tredici pionieri, ricorda: “Tutti arrivammo alla qualifica professionale dopo tre anni; al nautico, due o tre rimasero indietro però, alla fine, tutti prendemmo il diploma.”







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