LUIGI SILVESTRO CAMERINI


 

Luigi Silvestro Camerini nacque a Padova nel 1906. Erede dell'ingente patrimonio di famiglia e

dei titoli nobiliari, dopo il conseguimento della laurea in lettere si dedicò interamente ai suoi interessi

naturalistici, agli studi umanistici, ai viaggi.

Pur non occupandosi attivamente di politica, manifestò la propria opposizione al fascismo rifiutandosi

di sottoscrivere i prestiti di guerra; questo, probabilmente, gli procurò l'attenzione della polizia fascista.

Nell'estate del 1942, mentre era in vacanza in Croazia, nel corso di chiacchierate con amici espresse

valutazioni negative sulla guerra in corso e sull'alleanza con la Germania; fu convocato dalla

Commissione di Pubblica Sicurezza con l'accusa di "sentimenti antinazionali e opinioni contrarie

all'Asse"; gli furono contestate anche l'abitudine a dare del lei anziché del voi e l'ammirazione per

il generale sovietico Timoscenko. Fu condannato a cinque anni di confino e mandato a Ponza. Sull'isola

prese in affitto una casa sulla Dragonara e si preparò a trascorrervi un lungo periodo: si fece spedire libri,

uno scaldabagno a legna, fece costruire un bagno con doccia, chiese di essere raggiunto dalla

governante-cuoca. Intimò ai familiari di non cercare di farlo trasferire perché sull’isola si trovava benissimo.

Riconosciuto come individuo non pericoloso, ottenne il permesso a muoversi liberamente e la

sorveglianza fu allentata; si dedicava a lunghe passeggiate, raggiungeva quotidianamente il Fieno,

restava a lungo in meditazione. Sistemò il giardino della casa, lo dotò di aiuole, di colonne, realizzò

capitelli in pietra tuttora visibili e si dedicò alla coltivazione.

Le lettere alla cugina Lucilla costituiscono un’interessante testimonianza del periodo trascorso a Ponza

tanto più che il duca, una volta libero, non rievocò l’esperienza del confino e non ne fece cenno

neanche ai figli; mantenne però rapporti epistolari con Adalgiso Coppa - proprietario della casa

che aveva affittato- e gli chiese di spedirgli semi della ginestra locale, ‘u vastaccett’, per poterli piantare nel giardino che stava allestendo ad Ischia, nella baia di San Montano.




A Ponza il duca ebbe rapporti particolarmente amichevoli con Adalgiso Coppa e frequentava

quotidianamente Tito Zaniboni, altro confinato presente sull’isola; prese a cuore le sorti della piccola

Vinicia, orfana, e si diede da fare affinché la bimba fosse sistemata in un collegio di Roma e

potesse proseguire gli studi.

Nel luglio del ’43 festeggiò la caduta del fascismo insieme a Zaniboni e a Pietro Nenni, che da pochi

mesi era stato assegnato al confino a Ponza: avevano riacquistato la libertà ma la precarietà dei

collegamenti con la terraferma indussero il duca, Zaniboni e la figlia di quest’ultimo, Bruna, a

rimandare la partenza; in occasione dell’otto settembre il duca donò a Vinicia una foto con dedica.

Gli isolani ricordano un forte affiatamento tra il duca, scapolo, e Bruna Zaniboni.
Dopo la partenza da Ponza Luigi Silvestro Camerini fu trattenuto dagli americani a Capri.

Si stabilì poi a Ischia, dove morì nel 1980.


BIBLIOGRAFIA

Archivio Centrale di Stato-Casellario Politico Centrale- Busta 970

Bosso R. L'isola delle sirene Demian

Lettere da Ponza (per gentile concessione del figlio Fulceri)



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