Il Primo Maggio del 1929 Guido Galimberti (1906-1944; muore nella Resistenza), bergamasco confinato a Ponza, indossa un bel cardigan stile casual, annoda una sciarpetta al collo, prende qualcosa da leggere e va a fare quattro passi; siede su uno spuntone di roccia, apre il libro e si mette in posa. Il panorama alle spalle di Guido è bellissimo ma quel che conta, in questa foto, non si vede o si intravede appena.
Non si vedono i militi della garitta, termine della Via del Confino, affiancata da un fascio littorio; qui molti confinati si fanno fotografare, ben vestiti e col libro in mano, in chiaro segno di sfida verso i militi in divisa e moschetto, non avvezzi alla lettura. Il libro che Guido legge è La Madre di Gorki, storia di una donna che aderisce al socialismo sulle orme del figlio, prende parte alle lotte operaie e, idealmente, diventa madre di tutti i combattenti.
Vincenzo (Cencio) Baldazzi non rinuncia al farfallino; lo indossa nella foto segnaletica del 1927, in versione da cerimonia, abbinato a giacca nera e fazzoletto al taschino.

Silvio Campanile, confinato a Ponza dal 1932 al 1935
Silvio Campanile sfoggia un farfallino striminzito, messo di traverso, che non rischia di ammorbidire l’espressione dura, ostile dello sguardo.
Con Luigi Vittorio, che posa per la foto segnaletica nel 1927, il farfallino è quasi una lavalliere, una specie di sciarpetta di nastro che può essere annodata in modo tradizionale oppure lasciata con i lembi liberi, svolazzanti come fa Gianbattista Canepa detto Marzo, ritratto con la fidanzata Elena Vitiello. Farfallino o lavalliere, il colore è quasi sempre nero.






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