Germaine e gli strepponi di Posidonia


di Franco Schiano




La locandina del film Un'isola, girato a Ponza nel 1986. Amendola è interpretato da Massimo Ghini; la regia è di Carlo Lizzani


Era l’estate del 1965. Giorgio Amendola era stanco, svuotato di energie: il 28 Dicembre del 1964 aveva lavorato duro per l’elezione di Giuseppe Saragat a Presidente della Repubblica. Furono necessarie 21 votazioni ma alla fine ci riuscirono. Un lavorìo silenzioso fatto di una fitta trama di incontri, relazioni, riunioni contro una parte del suo stesso partito ma alla fine ce l’aveva fatta: era riuscito a far eleggere il primo presidente della Repubblica socialista.  Quanta fatica gli era costata, per primo convincere molti del suo partito per i quali essere socialdemocratico era quasi peggio che essere democristiano. Alla fine le regione prevalse, ma che fatica!





Fotogramma di Un'isola

Immediatamente dopo questo successo Giorgio si lanciò in un tentativo di formare un partito unico dei lavoratori mettendo insieme tutte le forze socialiste in nome del movimento operaio: PCI, PSI, PSDI e PSIUP (che non aveva votato Saragat). Doveva essere un partito nè comunista nè socialdemocratico e tutti i partiti si sarebbero dovuti sciogliere.Naturalmente non se ne fece niente. L'utopia amendoliana non si realizzò, il partito dei lavoratori restò un sogno nel cassetto. Erano i prodromi di quella cosa che, dal centrosinistra di quegli anni, avrebbe portato, nel bene e nel male, al famoso compromesso storico e all'avvento del PCI al governo.



Dopo tutti questi impegni Giorgio Amendola era stanco, disfatto. Oggi si userebbe il termine stressato. 

Allora decise con la moglie Germane Lecocq che era giunto il momento di tornare sull’isola che aveva visto il culmine della loro grande storia d’amore. A Ponza,dove Giorgio era confinato, si erano sposati – con cerimonia civile -il 10 luglio del 1934.
La loro storia d’amore era stata intensa fin da principio. Cominciò la sera del 14 luglio 1931, a Parigi: era festa nazionale, si ballava per strada. In place Beaugrenelle Giorgio scorse quella ragazzina ventenne che, accompagnata dalla madre, usciva da un cinema: d'impulso la invitò a ballare «Fu un amore a prima vista», che durò tutta la vita (Germaine morirà il 10 giugno del 1980, solo cinque giorni dopo Giorgio).

Si, Ponza  sarebbe stato il luogo ideale per liberarsi dello stress accumulato! 



Giorgio e Germaine



Il maestro Totonno Scotti e la figlia Assunta

Di conseguenza quel soggiorno ponzese fu assolutamente privato e senza alcuna manifestazione pubblica. Vollero però rivisitare i luoghi del confino accompagnati dai militanti locali del PCI di allora (Michele Lamonica, Temistocle Curcio, Adalgiso Coppa, Silverio Mazzella, ecc.), come ci riferisce Silverio Lamonica che ebbe modo d’incontrarli. Quindi solo bagni e relax a Frontone. Ma anche qualcuno al di fuori della cerchia del partito ebbe modo di incontrare la celebre coppia. A proposito  possiamo raccontare un episodio avvenuto proprio sulla spiaggia di Frontone, grazie ai ricordi di Assunta Scotti, allora ragazzina. Trascrivo il suo racconto.




Ponza dipinta da Germaine


Anche quella mattina sbarcammo sulla spiaggia di Frontone col nostro motoscafetto in mogano nuovo, dotato di un motore fuoribordo, che proprio quell’anno papà, il maestro Scotti, aveva acquistato dalla Motonautica “La Bussola” di Roger Crovetto. Mentre papà e mamma si sistemavano sotto l’ombrellone, notai a poca distanza da noi una bella signora bruna con i capelli ricci intenta a dipingere. Al  suo fianco era disteso al sole un signore, sembrava dormisse col viso coperto da un cappellino bianco. Incuriosita  mi avvicinai per vedere il quadro da vicino. 

Si trattava di un paesaggio della zona dalle parti del Fortino. La signora mi guardò e mi sorrise, facendomi capire che la mia presenza non la disturbava affatto. Incoraggiata da quel sorriso mi sedetti vicino a lei e rimasi a guardarla affascinata, mentre lei continuava a dipingere. Ad un certo punto notai che non usava dei normali pennelli ma dei ciuffetti secchi di alghe, che noi in dialetto chiamavamo  strepponi. Erano il risultato dell’azione del sole sulle grandi quantità di poseidonia che il mare durante le mareggiate sradicava dal fondo e portava a riva. Questi “ciuffetti” si trovavano abbondanti sulle spiagge. Quella mattina, dopo una passeggiata lungo la spiaggia, ne aveva raccolti molti di diverse dimensioni che teneva allineati  in ordine di grandezza vicino alla tavolozza.  Si,  in effetti sembravano proprio pennelli, pensai un po’ stupita. Ne avevo visti a migliaia di quei ciuffetti di alghe, ma mai avevo pensato che potessero essere utilizzati come pennelli per dipingere. 

streppone di Posidonia


Me lo fece scoprire quella che poi seppi essere Germaine Lecocq, la moglie di  Giorgio Amendola. Germaine dipingeva per diletto e non è mai diventata una pittrice famosa, ma certo ha inventato una tecnica pittorica nuova: lo streppone di poseidonia.

Dopo un certo tempo, il signore che era disteso al sole si alzò e andò verso il mare per bagnarsi. Mio padre Totonno, lo riconobbe, si avvicinò e cominciò a parlare con Amendola e la signora. Non ricordo cosa si dissero. Ricordo solo che papà gli offrì un passaggio e tornarono con noi al porto col nostro motoscafo nuovo.




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