TESTIMONI: GIOSUE' COPPA

 Ponza, novembre 2017




L’appuntamento è all’ingresso dei Cameroni.
Gli alunni di Ciampino che partecipano al progetto APPonza arrivano in anticipo, curiosi: oggi incontreranno un testimone, un vecchio che ha conosciuto i confinati, ha parlato con loro, potrebbe raccontare qualcosa proprio del "loro" confinato, di cui hanno studiato il fascicolo, all’Archivio Centrale di Stato.





Giosuè Coppa -il Cancelliere- percorre la salita di via Roma con la sua bella andatura elastica, da gran camminatore; i ragazzi esprimono qualche dubbio:
- Ma lei, quanti anni ha?

-Sono nato il 7 novembre 1928, ho ottantanove anni.

- Lei partecipava alle manifestazioni fasciste? Come era vestito?

- Certo, partecipavo con entusiasmo, come tutti. Ero vestito da balilla.




-I confinati lavoravano?

- Non sempre ne avevano la possibilità. Ne ricordo alcuni che lavoravano in una grande falegnameria a Giancos. Molti lavoravano nelle loro mense: ricordo una donna che sgrullava la verdura tenendola chiusa in un canovaccio a cui faceva fare ampi giri, come in una centrifuga. Mi sembrava una scena strana, insolita, per questo la ricordo.




- Ricorda qualche confinato in modo particolare?
- Ricordo bene il duca Camerini perché alloggiava nella casa di mio fratello Adalgiso. Era un uomo prestante, in perfetta forma fisica; ogni giorno si recava al Fieno. Quando mi vedeva abbigliato da balilla mi prendeva bonariamente in giro: “Vai a compiere il tuo dovere da bravo fascista?”. Il duca aveva un ottimo rapporto con mio fratello, comunista; gli regalò un fucile subacqueo, una vera novità per l’epoca, con cui mio fratello fece strage di pesci. Gli piaceva scherzare: essendo molto alto, con braccia lunghe, riusciva ad avvolgerle intorno al torace, ad abbracciarsi da solo. A volte apriva la porta di casa e accoglieva con aria festante un ospite immaginario: “Prego, accomodati”. Le donne di casa, all’interno, pensavano che qualche amico fosse venuto in visita, che stesse abbracciando il duca, e si davano da fare per riceverlo degnamente. Altre volte metteva del sale inglese nel “cantero” che si teneva nel comodino e si utilizzava per i bisogni notturni; la suocera di mio fratello regolarmente si spaventava, sentendo che la sua urina sfrigolava e scoppiettava!




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