Giorgio Amendola è interpretato da Massimo Ghini, Germaine Lecocq da Christiane Jean.
Giorgio viene spedito in Italia; a Milano cade in un'imboscata. Va in carcere, prima a San Vittore, poi a Regina Coeli; infine viene spedito al confino a Ponza.
L'accoglienza nei Cameroni è fredda. Ogni nuovo arrivato è tenuto in quarantena, il Partito si è dato un'organizzazione rigida per proteggersi da infiltrati e traditori. Giorgio deve chiarire più volte le circostanze del suo arresto a Milano.
Dopo una notte trascorsa nel carcere di Poggioreale, Giorgio viene imbarcato sul piroscafo per Ponza.
"Malgrado le manette il viaggio, otto ore, fu splendido. Siccome ero il solo detenuto mi misero sul ponte, ma non vollero togliermi le manette. Dove avrei potuto scappare? Potei gustare un piatto di spaghetti alla marinara. Le isole sfilavano, Procida, Ischia, Ventotene. Dopo l'oscurità del carcere ritrovavo la luce, l'aria, il sole. Finalmente entrammo nel porto di Ponza, circondato dall'anfiteatro delle case bianche, lucenti di calce fresca. Ero arrivato. Avrei passato nell'isola quattro anni, un periodo, tutto sommato, felice della mia vita."
"Malgrado le manette il viaggio, otto ore, fu splendido. Siccome ero il solo detenuto mi misero sul ponte, ma non vollero togliermi le manette. Dove avrei potuto scappare? Potei gustare un piatto di spaghetti alla marinara. Le isole sfilavano, Procida, Ischia, Ventotene. Dopo l'oscurità del carcere ritrovavo la luce, l'aria, il sole. Finalmente entrammo nel porto di Ponza, circondato dall'anfiteatro delle case bianche, lucenti di calce fresca. Ero arrivato. Avrei passato nell'isola quattro anni, un periodo, tutto sommato, felice della mia vita."
I compagni osservano lo sbarco dei confinati. Alcuni ponzesi partecipano alle riprese come comparse; si riconosce Peppe Pesce (con la barba).
Tra le comparse, Rinaldo Graziosi.
Giorgio svolge tutte le mansioni all'interno della colonia confinaria: è sguattero, aiuto cuoco, bibliotecario. I compagni lo prendono benevolmente in giro: proviene da famiglia benestante, è laureato, figlio di un ex ministro, abituato alle vacanze a Capri; ora dovrà "proletarizzarsi".
La tendenza ad ingrassare e le doppie razioni che riesce a procurarsi come sguattero della mensa costringono Giorgio a un'intensa attività fisica.
A Parigi, Germaine predispone i documenti per il matrimonio.
Finalmente la quarantena termina; Giorgio viene accolto senza remore nell'organizzazione.
Di tanto in tanto i compagni organizzano proteste a cui seguono processi e periodi in carcere; Giorgio trascorre otto mesi a Poggioreale, poi fa ritorno a Ponza. Germaine gli comunica che è pronta a raggiungerlo.
La comparsa col Borsalino che saluta festosamente è Vittorio Spignesi.
Giorgio e Germaine prendono in affitto una casa sulla Dragoara.
Si sposano nel municipio di Ponza, in piazza Gaetano Vitiello.
Si sposano nel municipio di Ponza, in piazza Gaetano Vitiello.
Un'isola è un romanzo di formazione; Amendola scrive quando è già gravemente malato e sente che la fine è imminente. E' ironico, tocca con affettuosa sincerità tutti gli aspetti della sua esistenza, riconosce che gli anni di confino sono stati fondamentali perchè lo hanno posto a contatto con la parte più vitale del partito.
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