Altiero, Eugenio e le dimostrazioni per assurdo

 

Ventotene

Negli anni trascorsi a Ventotene, spesso Eugenio Colorni e Altiero Spinelli discorrono di scienza.

Colorni (1909-1944), laureato in filosofia, è studioso di Leibnitz; è cugino del fisico nucleare Bruno Pontecorvo.
Spinelli (1907-1986) frequenta il liceo classico, consegue la maturità a sedici anni, si  iscrive a giurisprudenza ma è totalmente assorbito dall’impegno politico; nel 1927 finisce in carcere e vi resta dieci anni. Nelle lettere alla madre Maria la richiesta di libri è incessante; Altiero vuole dizionari (studia il russo, il tedesco, lo spagnolo), testi di storia, di economia, di scienze; Maria Spinelli attinge alla libreria di casa, acquista altri volumi, chiede che i libri siano ben custoditi -dovranno passare ai figli più piccoli- e, ogni tanto, cerca di mettere un limite.


Ho ricevuto ieri la tua del ventisei agosto e con essa la nuova richiesta di libri: a me pare che tu ne chieda troppi data l’eccezionale condizione in cui sei. Dove li tieni? Non si sciupano? Pensa che dopo di te ce ne sono altri cinque che vanno a scuola e che hanno bisogno degli stessi libri che tu chiedi, specialmente dei vocabolari che costano molto e occorrono a tutti.


Non mi è possibile per ora soddisfare alla tua ultima richiesta di libri – vedrò per una buona storia del Risorgimento, per il resto non vedo l’opportunità. Ho ordinato la Logica [di Stuart Mill] e ti prego ancora una volta di porre un argine al desiderio di leggere. Troppi libri! E forse io ho fatto male per il passato ad alimentare codesta tua avidità di sapere. (lettera del 9 settembre 1927 di Maria Spinelli ad Altiero)

Eugenio Colorni con la moglie Ursula e le figlie


Altiero è ben contento di aver lasciato gli studi universitari ma ha tanti interessi che intende coltivare; chiede libri in prestito alla biblioteca del carcere.


Tu sai bene che dopo appena un anno avevo semplicemente disgusto di tutto quel luridume che si insegna all’Università – Facoltà di Giurisprudenza. Sono contento di non avere più nulla a che fare con la sciocca categoria dei goliardi, sono contento di non avere più nulla a che fare con una scuola asservita al Fascismo. È ancor meglio stare qui che all’Università. 

Non ti avvilire se ho dovuto abbandonare l’università. Anche quando uscirò non ci tornerò più. Quei due anni che l’ho frequentata mi hanno solamente annoiato profondamente; non ne ho tratta alcuna conclusione perché mi sentivo con lo spirito completamente assente. Dunque vedi che non c’è troppo da rimpiangere. (lettera del 12 agosto 1927 di Altiero alla madre)

Eugenio Colorni


Altiero riprende in mano i testi liceali di  matematica e di fisica e va ben oltre: nelle memorie (Come ho tentato di diventare saggio) annota:
(…) giungendo fino ad affacciarmi in matematica sul panorama degli spazi non euclidei, in fisica su quello della relatività e dei quanti.

Spinelli riconosce allo studio dell’analisi matematica il merito di avergli insegnato a «pensare con precisione e con pulizia»; acquisisce un metodo che gli tornerà utile anche nel lavoro politico:

(...) senza cedere «alla tentazione dell’approssimativo, dell’allusivo. (Come ho tentato di diventare saggio).


Altiero Spinelli a Ponza


E’ probabile che l’interesse di Altiero per l’analisi e per le geometrie sia legato anche alla storia d’amore con Tina Pizzardo, laureata in matematica. E’ una storia avviata quando Altiero era ancora studente, durata una decina d’anni e conclusa mentre lui è ancora in carcere.

Colorni e Spinelli discorrono anche di matematica e di fisica, negli anni di confino a Ventotene; chini sullo spiazzo sterrato antistante la chiesa di Santa Candida; nelle memorie Altiero scrive a proposito di Colorni: "Dotato come era di un notevole fervore pedagogico, non appena capì che avevo una certa infarinatura di conoscenze matematiche e fisiche, cominciò a parlarmi della teoria della relatività e dei problemi che essa sollevava. Di tanto in tanto si fermava nel mezzo della piazza, disegnava nella polvere una curva o scriveva una equazione per farmi meglio comprendere". (Come ho tentato di diventare saggio)



Tracciare diagrammi, scrivere formule, disegnare l’Europa: non sono attività scollegate. Lo storico della scienza Pietro Greco (1955-2020) sviluppa nella sua opera (ben cinque volumi!) un’idea suggestiva ed originale: l’Europa prende forma con l’opera di Fibonacci nel Medioevo, vive la stagione più splendida con Galilei e Newton, entra in crisi nel Novecento quando cessa di essere baricentro culturale e scientifico.




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