Il Diavolo e 'a Sciabbola

 


Antonio Amitrano è noto come il diavolo ma non ha nulla di luciferino: è energico, cordiale, gran raccontatore.

-Io sono il figlio del Diavolo- puntualizza.

Il vero Diavolo, capostipite di una dinastia giunta alla quarta generazione, era suo padre, che si guadagnò il titolo sul mare. Affrontava le sei miglia tra Ponza e Palmarola con qualunque vento, in condizioni proibitive per i comuni mortali. La sua prima imbarcazione fu un fusto di metallo tagliato a metà a mo’ di zattera, circondato da latte di zinco vuote; il Diavolo, analfabeta, evidentemente conosceva il principio di Archimede e lo applicò per realizzare un’imbarcazione inaffondabile.





La madre del Diavolo, nonna di Antonio, di origini foriane, viveva stabilmente a Palmarola, coltivava la vigna, allevava polli e conigli; nella bella stagione accoglieva i nipoti. Antonio ricorda:
- Ci nutriva con quello che la natura offriva: uova di gabbiani, latte di capra con cui realizzava gustose formaggelle. Quando le risorse scarseggiavano, non si perdeva di coraggio, anziché grattugiare sulla pastasciutta formaggio, usava pane raffermo. Io e i miei fratelli siamo stati increati a Palmarola.
-Increati?

- Increati. Voglio dire che a Palmarola si scopava!- Antonio traduce.



Essere Diavolo è impegnativo, non sono ammesse debolezze. Antonio racconta:

-Ci fu un furto di generi alimentari nella dispensa del ristorante ‘U Francese. Il maresciallo dei carabinieri venne a far visita a mio padre, il tono era amichevole ma si capiva che stava indagando. Mio padre, capita l’antifona, gli fece notare che i suoi figli avevano un appetito insaziabile, mai si sarebbero trovate tracce del furto nella sua casa.

Qualche giorno dopo un energumeno coperto da un sacco diede un’energica lisciata di pelo al Francese; quest’ultimo, pesto e impaurito, incolpò un generico diavolo sceso dalla Forcina ma si guardò bene dal fare accuse più precise. Si pensò che tanti anonimi diavoli si aggirassero per Palmarola. Sul letto di morte il papà di Antonio spiegò ai figli come si erano svolti i fatti e si assunse le sue responsabilità. Nessun dubbio: a Palmarola non c’era che un Diavolo, e stava morendo.






Elisabetta Guarino e Maria Scotti l'Americana hanno dato un nome alla donna ritratta da Fosco Maraini a Palmarola (foto Archivio Alinari). E' Civita Mazzella detta Civitella 'a Sciabbola. Era la mamma di Amedeo Scotti.


Commenti

  1. Quella era CVTELL a cantner non aveva figli è tutta la sua proprietè la diete a GEPPINO AVEMMARIA la sorella GRAZZIELLA nfacc aroc tutta al maestro TAGLIAMONTE.

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