Delle stragi di limoni si è già detto: è impensabile tornare all'isola natìa a valigie vuote, prima di partire bisogna fare un "campone" ossia un'incursione negli agrumeti.
Dopo qualche anno, alle stragi di limoni si aggiungono le stragi di cuori; i nostri, arrivati a Procida bambini, crescono ... e crescono bene.
Sono simpatici, si mettono in gioco, imparano a vestirsi. Le ragazze procidane osservano, valutano, puntano; talvolta i maschietti autoctoni mostrano un po' d'insofferenza nei confronti della concorrenza ponzese, poi ci si ritrova su un campetto di calcio e ogni gelosia sfuma.
"Io andavo dalle suore per imparare a ricamare; di fronte, c'era la casa abitata dai ragazzi di Ponza", ricorda una bella signora procidana che si avvia a festeggiare le nozze d'oro con il dirimpettaio ponzese.
Ha una fidanzatina a Fiaiano ma la storia non dura.
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