Stragi di cuori e di limoni

Delle stragi di limoni si è già detto: è impensabile tornare all'isola natìa a valigie vuote, prima di partire bisogna fare un "campone" ossia un'incursione negli agrumeti. 

Dopo qualche anno, alle stragi di limoni si aggiungono le stragi di cuori; i nostri, arrivati a Procida bambini, crescono ... e crescono bene.

Sono simpatici, si mettono in gioco, imparano a vestirsi. Le ragazze procidane  osservano, valutano, puntano; talvolta i maschietti autoctoni mostrano un po' d'insofferenza nei confronti della concorrenza ponzese, poi ci si ritrova su un campetto di calcio e ogni gelosia sfuma.

"Io andavo dalle suore per imparare a ricamare; di fronte, c'era la casa abitata dai ragazzi di Ponza", ricorda una bella signora procidana che si avvia a festeggiare le nozze d'oro con il dirimpettaio ponzese.


Mak pi del 1974

Antonio Sogliuzzo e la sua professoressa di italiano

Augusto Iodice, in sella alla sua Bianchi 175 di seconda mano, va ad esplorare Ischia.
Ha una fidanzatina a Fiaiano ma la storia non dura.






A distanza di mezzo secolo, i giovanotti ricordano con tenerezza gli amori vissuti e quelli sognati, le storie di tutta la vita e quelle di poche ore; "Ammazza quanto ero figo!" esclama qualcuno.  














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