Dal Persefone a Santa Maria


 Il 28 luglio 1943 la corvetta Persefone getta le ancore nella rada del porto di Ponza.

Pietro Nenni scrive nei Diari:
Verso le dieci la corvetta G.40 ha fatto il suo ingresso nel porto e ha gettato l’ancora a cento metri dal molo. Un generale e alcuni ufficiali sono scesi a terra. Grande curiosità nel paese e al campo. Andirivieni di ufficiali attorno alla capitaneria. L’unica automobile dell’isola è stata mobilitata dal direttore del campo per una corsa all’interno in direzione di Santa Maria…
Sono le undici quando una barca si stacca dai fianchi della corvetta e prende la direzione di Santa Maria, una frazione a un tiro di schioppo da Ponza. Sono a bordo un civile (che poi apprendo essere Mussolini che sul momento non riconosco) e sei carabinieri. Scherzi del destino! Trenta anni fa eravamo in carcere assieme, legati da un’amicizia che sembrava dover sfidare il tempo e le tempeste della vita, basata come era sull’odio comune della società borghese e della monarchia e sulla volontà di non dare tregua al nemico comune. Oggi eccoci entrambi confinati sulla stessa isola; io per decisione sua, egli per decisione del re e delle camarille di corte, militari e finanziarie, che si sono servite di lui contro di noi e contro il popolo e che oggi di lui si disfano nella speranza di sopravvivere al crollo del fascismo. 


Giuliano Vernarecci, figlio di un agente di Pubblica Sicurezza in servizio a Ponza in quei giorni, ricorda:
Mio padre raccontava che, nel  pomeriggio del 28 luglio, fu convocato dal suo superiore, che gli ordinò di recarsi in una villetta dove presto sarebbe arrivato un "personaggio"; gli fu detto che avrebbe dovuto occuparsi delle necessità dell'ospite. Mio padre raggiunse la casa che gli era stata indicata senza avere la più pallida idea di chi avrebbe incontrato; restò in attesa in una stanza e, dopo poco, entrò Mussolini. "Sopreso, vero?- gli chiese. Poi si tolse la giacca, la piegò al rovescio e la appoggiò sulla sedia. Si sdraiò sulla rete del letto, che era ancora senza materasso. Mio padre chiese: "Eccellenza, ha bisogno di qualcosa?" Mussolini rispose che avrebbe gradito un bicchiere di latte di capra, purchè ve ne fosse a sufficienza per vecchi e bambini.


Herbert Kappler

La gente di Ponza è tenuta alla larga dalla spiaggia di Santa Maria; scruta, sospetta, intuisce, avvista ma non ha alcuna certezza.
I Tedeschi sono alla ricerca affannosa dell’ex duce; Hitler ha ordinato di trovarlo e di liberarlo ma l’ufficiale Kappler, di stanza a Roma, invia telegrammi che dimostrano che si brancola nel buio.




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