Da via Scarpellini ci si immette su via Canalone.
I tre fratelli Amendola e Germaine; Giorgio è il secondo da destra
Vi Via Dragonara (la prima a sinistra da piazzetta Dragonara) porta alla casa in cui abitò Giorgio Amendola; di fronte, il viottolo che conduce a casa Bosso, dove vissero i confinati Carlo Fabbri e Silvio Campanile con le loro mogli ponzesi.
Giuseppina Bosso e Carlo Fabbri
Tornando alla piazzetta Dragonara, si ha di fronte la via che conduce alla Cisterna Romana; nell’edificio diroccato all’inizio della strada fu istituita una mensa; nei pressi della Cisterna vi era una garitta.
La prima casa su via Chiaia di Luna fu abitata da Luigi Silvestro Camerini, che realizzò un giardino ancora ben conservato.
Al centro, il muro bianco con pilastri che delimita il giardino realizzato dal duca Camerini. Alla base del muro, il Prato della miseria
La striscia di terra confinante con il giardino Camerini è il “Prato della Miseria”: qui i confinati sostavano dopo aver pranzato, giocando a dama (il gioco delle carte era vietato) o leggendo, sotto lo sguardo vigile dei militi.





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